Il personaggio

L'automobilismo piange Alain De Cadenet: il pilota-garagista rifiutato da Enzo Ferrari

Imprenditore, pilota, fotografo, presentatore tv, esperto di auto, moto, aerei d'epoca e persino francobolli: a 76 anni, se ne va un altro pezzo di un automobilismo che non c'è più

Giulio Caronia

Alain De Cadenet sfiorato da un Supermarine Spitfire nel 1996. Gemini Pictures

Il mondo dei motori piange Alain De Cadenet, scomparso nei giorni scorsi a Londra a 76 anni. Il nome potrebbe forse non essere particolarmente noto ai più giovani, ma la sua storia personale è di quelle che meritano di essere raccontate, perché specchio dell’epoca, oggi lontanissima, dei pionieri del motorsport. Quando bastava un’officina, tanta passione, non troppo denaro e un po’ di sana follia per inventarsi costruttori di automobili da corsa e piloti della 24 Ore di Le Mans. Provò a sfidare anche Enzo Ferrari, De Cadenet, diventando uno di quelli che il Commendatore chiamava dispregiativamente “garagisti”, in quanto assemblatori di componenti acquistate da fornitori esterni. Imprenditore sagace, pilota con discreto talento e latin lover eccezionale, ma anche presentatore televisivo, collezionista di auto, moto e aerei d’epoca, persino una vera e propria autorità in tema di francobolli, l’inglese è stato una di quelle figure poliedriche del secolo scorso praticamente impossibili da collocare in una sola categoria. 

GLI INIZI DA PILOTA

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Volto noto per gli appassionati di Le Mans con qualche capello bianco, Alain De Cadenet disputò ben 14 edizioni della grande classica endurance tra il 1971 e il 1986, molto spesso con auto che portavano il suo nome, da lui assemblate e preparate per la competizione. Non mancarono neppure i risultati di un certo spessore come quando, nel 1976, con la sua De Cadenet – una Lola T380 con motore Ford Cosworth – concluse al terzo posto assoluto la mitica 24 Ore insieme al compagno di avventura Chris Craft. E dire che la passione per le corse lo aveva travolto non troppi anni prima il debutto a Le Mans, poco più che venticinquenne: sempre sulla sottile linea di demarcazione tra verità e leggenda delle cronache di quegli anni, pare che, invitato da un amico ad assistere a una corsa a Brands Hatch, avesse visto sparire la sua fidanzata insieme a un pilota. E che, immediatamente compresa la potenza del fascino da “cavaliere del rischio”, già una settimana dopo avesse indossato casco e tuta da corsa. 

TRA FERRARI E MURRAY

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Dopo alcune gare amatoriali, De Cadenet iniziò a prenderci sempre più gusto, arrivando all’esordio a Le Mans – la carriera in monoposto già all’epoca era considerata troppo dispendiosa – nel 1971 al volante della Ferrari 512M del team belga Ecurie Francorchamps. Si narra anche che avesse poi cercato di acquistare, per l’edizione successiva, un’auto del Cavallino direttamente da Enzo Ferrari ma che, ricevuto un secco no, avesse virato su un certo Gordon Murray. Il progettista sudafricano si convinse così a trasformare una Brabham di Formula 1 in un prototipo conforme al regolamento per Le Mans, con cui De Cadenet tagliò il traguardo in dodicesima posizione. Il miglior anno da pilota-costruttore è però senza dubbio il 1980 quando, in coppia con la pilota Desiré Wilson, taglierà per primo il traguardo della 1000 km di Monza e della 6 Ore di Silverstone, due tappe del leggendario campionato del mondo Sportprototipi. 

PRESENTATORE VIRALE

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Abbandonate le velleità da costruttore “garagista” corse ancora negli anni 80 la classica di La Sarthe al volante di Porsche e Courage, prima di reinventarsi presentatore tv. Anche davanti alla telecamera ottenne un discreto successo, alla guida di svariati programmi di automobili e aerei d’epoca per le emittenti Speed Channel ed ESPN, ma anche per Petrolicious sul web. Ed è proprio in queste vesti che De Cadenet diventerà a suo modo virale, letteralmente sfiorato da un Supermarine Spitfire della Seconda Guerra Mondiale, che volava basso alle sue spalle durante un’esibizione all’aerodromo di Duxford nel 1996. Immagini, va da sé, inevitabilmente seguite da una serie di imprecazioni irripetibili ed esilaranti. Stroncato da un tumore al fegato, De Cadenet lascia la seconda moglie Alison, il figlio Aidan, Amanda e Alexander, nati dal primo matrimonio, e tre nipoti.

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