Cheick Diabaté, 30 anni. Ansa

Cheick Diabaté, 30 anni. Ansa

"Di-a-ba-tè", urlano felici i tifosi del Benevento: gol nei titoli di coda del centravanti e vittoria meritata, Genoa al tappeto, applausi e ovazioni sotto la curva. È un arrivederci con dignità alla massima serie, il miglior saluto possibile al pubblico di casa con la promessa di un immediato ritorno in Serie A. Finisce così l’anticipo della 37ª giornata di ritorno: i giallorossi, già retrocessi da 4 giornate, si regalano un’ultima entusiasmante copertina relegando sul fondo della scena il Grifone, che almeno si gode i lampi di bel calcio del "Pepito" Rossi entrato in campo nella ripresa.
spinta giallorossa — I sanniti premono subito sull’acceleratore e guadagnano metri di campo, costringendo il Genoa in emergenza ad arretrare il proprio baricentro. Gioco ad ondate, quello di De Zerbi. Che chiede ai suoi centrocampisti di uscire dai blocchi e attaccare alto i rossoblù: Cataldi si muove da trequartista, Letizia e Parigini "allargano" il campo pronti alla sterzata fulminea, il gigante Diabatè è assistito da "Speedy" Brignola. La prima vera occasione per i giallorossi si materializza al 20’ con un colpo di testa in torsione di Djmsiti attaccante aggiunto, poi al 28’ Letizia, lanciato da Sagna, penetra in area ma la sua conclusione ad incrociare risulta troppo angolata e si perde sul fondo. I padroni di casa non mollano la presa e si fanno pericolosi ancora con Brignola, in coincidenza con l’uscita dal campo di Rosi (infortunato). Scintille, anche, tra l’ex Cataldi - già ammonito -, e Bertolacci, prima della fine dei primi 45 minuti: il centrocampista del Grifone restituisce il precedente fallo all’avversario e viene sanzionato col giallo.
dentro coda — Nella ripresa De Zerbi inserisce Coda in attacco e inverte gli esterni Letizia e Brignola, mentre il Genoa decide di dare un senso al pomeriggio beneventano immettendo "Pepito" Rossi (applaudito dal pubblico di casa) al posto di Medeiros. Nulla di spettacolare accade nei primi 20 minuti, in verità, ed anzi le due squadre faticano a mettere il naso nei sedici metri. Poi Ballardini prova a spostare l’inerzia col giovane Salcedo (classe 2001), 18 anni di differenza col diretto marcatore Sagna. E qualcosa succede: al 27’ Rossi, in fondo ad una serpentina, tira a colpo sicuro ma il tiro viene respinto da Puggioni, quindi Salcedo non riesce a ribadire in rete. Il Benevento replica e 1’ dopo Djimsiti si fa deviare il colpo di testa da Lamanna da ottima posizione. Tocca allora a Hiljemark e Omeonga, che trovano però sulla loro strada un ottimo Puggioni che si riscatta dopo due strafalcioni stoppando le due conclusioni a rete. Diventa allora una gara tra portieri. E Lamanna sull’ennesimo rovesciamento di prospettiva tocca quel tanto che basta un sinistro dalla distanza di Viola per negare al Benevento la gioia del gol. Il finale è tutto di Rossi: l’attaccante strappa un pallone a Sandro e per pochissimo non inquadra la porta in coda ad un’altra iniziativa personale. Il Genoa non fa i conti con Brignola, che all’ultimo assalto si produce in uno scatto di 50 metri e serve l’assist giusto a Diabatè che sottoporta non può sbagliare. E’ l’apoteosi. Retrocessi sì, ma col sorriso. Mica facile.
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